Compostaggio da RSU




I rifiuti provenienti da raccolta differenziata, il cosiddetto “organico”, contengono spesso materiali non processabili come plastiche, metalli e vetri.




Sebbene Il compost sia vitale nella lotta contro il degrado del suolo, dobbiamo escludere categoricamente l’utilizzo di quello prodotto, oggi, nelle aziende di trasformazione dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata.

Questo compost, infatti, pur rispondendo ai requisiti di legge europei sugli ammendanti, non ha nessuna capacità di ripristino delle condizioni di fertilità del terreno. 

Nella produzione del compost non bisogna mai perdere di vista la capacità di ripristino delle condizioni di fertilità che, come è noto, rappresenta una soluzione ai gravi problemi del suolo ma che necessita di prodotti con caratteristiche diverse in base alle necessità del terreno in oggetto.

La diversificazione del prodotto è ottenibile modificando a monte, secondo protocolli ben definiti, la quantità e la qualità del materiale mescolato al materiale organico.

Per ottenere un compost di qualità, le matrici organiche che vengono trattate, sia che il trattamento avvenga in anaerobiosi, in aerobiosi o con un sistema misto, devono essere “pulite”.

I rifiuti provenienti da raccolta differenziata, il cosiddetto “organico”, contengono spesso materiali non processabili come plastiche, metalli e vetri.

Gli elementi di piccole dimensioni sfuggono spesso al vaglio con la conseguenza che nel prodotto finale, il compost, troveremo impurità come le macro e microplastiche, materiali insidiosi per un naturale sviluppo dei microrganismi nel terreno agrario.

Tutto ciò testimonia che la produzione del compost da rifiuti provenienti da raccolta differenziata ha come obiettivo principale non il ripristino dei terreni bensì il processare la sostanza organica proveniente dai centri abitati, gli scarti dell’industria agroalimentare, gli scarti legnosi delle operazioni di pulizia del verde urbano, i reflui zootecnici, i fanghi provenienti dalla depurazione e trasformandoli in ammendanti compostati misti.

Un cenno deve essere dedicato alla circostanza, sempre più frequente, dell’utilizzo dei fanghi da depurazione da acque reflue civili per la produzione dell’ammendante compostato misto.

Nel caso si utilizzino fanghi di depurazione di acque reflue civili, l’utilizzo del compost risultante pone degli interrogativi sulla sua distribuzione. Certamente i parametri degli elementi quali metalli pesanti o valori microbiologici sono sottosoglia ma sappiamo, che per la natura della matrice organica originaria, non sono per niente trascurabili.

Un’altra considerazione non trascurabile è la presenza di materiali plastici nel compost.

Questi elementi che rappresentano la maggior quantità di materiali estranei presenti nell’umido sono oggetto di studio in tutti i settori del recupero materiali. Ma a preoccupare sono soprattutto le microplastiche cioè i frammenti di dimensioni inferiori ai 5mm che rappresentano la maggior quantità di materiale estraneo nella linea della raccolta umido.

Consideriamo la quantità di plastica che inevitabilmente va a finire nelle raccolte e le azioni di tipo meccanico, biochimico, a cui vengono sottoposte prima di arrivare al vero e proprio trattamento: non è possibile eliminare le microplastiche che entrano per forza di cose nel processo di compostaggio. Ad oggi sappiamo che rappresentano un problema come per l’ambiente marino, dove sono state ampiamente studiate e già si conoscono gli effetti nefasti sulla catena alimentare dell’habitat acquatico. Vi sono già tutte le evidenze che permettono di affermare, senza fare allarmismo, che le microplastiche diverranno a breve un problema anche per il sistema terrestre.

Si deve lavorare per evitare questo danno.

Viceversa, relativamente ai rifiuti zootecnici e vegetali agricoli o di prima lavorazione, proprio perché vengono presi alla “fonte” e quindi sono assolutamente “puliti”, la trasformazione in compost, eventualmente con specifica aggiunta di ulteriori elementi, rappresenta la via da seguire per un corretto riutilizzo di materie prime seconde che sono indispensabili per il ripristino dei terreni agricoli.

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